giovedì 28 febbraio 2008

Valzerino

Colgo al balzo il polverone Bertè/Sanremo per raccontare la storia del più clamoroso “presunto plagio” perpetuato dalla musica italiana nei confronti della musica brasiliana.
Dico “presunto” per una serie di motivi (che dirò subito), motivi che rendono perfino imbarazzante il pensiero del plagio. Ma tant’è.

Le canzoni sono Valsinha di Chico Buarque (su testo di Vinicius de Moraes) dall’album "Construção" del 1971 (una pietra migliare, uno degli album ai primissimi posti in qualsiasi classifica di MPB) e Poster di Claudio Baglioni (dal disco “Sabato pomeriggio” 1975 – tra l’altro arrangiamenti di Luis Enriquez Bacalov, uno che conosce bene la musica brasiliana …)





Il bello è che Valsinha, in una versione italiana tradotta da Sergio Bardotti, è presente nel secondo album di Mia Martini “Nel mondo una cosa” (1972), per capirci quello di Piccolo uomo. Mia Martini l’ha più volte cantata anche in anni più recenti come documentano diversi video su youtube.

Più bello ancora è che Mia Martini si è trovata a cantare pure Poster di Baglioni insieme alle colleghe Milva e Fiordaliso come potete vedere qui.

Sempre più bello è che anche Mina ha cantato i due brani, sia Valsinha che Poster, il primo inserito in forma di duetto con lo stesso Chico Buarque nell’album Todavia del 2007.
Il secondo, Poster, presente nell’album “Finalmente ho conosciuto il conte Dracula” del 1985. Qualcuno si è pure divertito a fare un mix di Valsinha nelle versioni Martini, Mazzini aggiungendoci pure Patty Pravo (dall’album “Sì ….incoerenza” del 1972)
Insomma pare che nessuna si sia accorta di stare a cantare la stessa canzone, forse convinte di cantare una cover. Ma a quel che mi risulta Baglioni sembra figurare come autore della canzone Poster senza mai citare Chico Buarque come autore della musica. Non so se negli archivi SIAE le cose stiano diversamente. Ma per le notizie che riesco a recepire sembra proprio trattarsi di plagio, inspiegabilmente mai sanzionato.
Diciamo che Baglioni per lo meno ha avuto il buon gusto di non copiare Vinicius.

Valsinha
Vinicius de Moraes - Chico Buarque/1970


Um dia ele chegou tão diferente do seu jeito de sempre chegar
Olhou-a dum jeito muito mais quente do que sempre costumava olhar
E não maldisse a vida tanto quanto era seu jeito de sempre falar
E nem deixou-a só num canto, pra seu grande espanto convidou-a pra rodar

Então ela se fez bonita como há muito tempo não queria ousar
Com seu vestido decotado cheirando a guardado de tanto esperar
Depois os dois deram-se os braços como há muito tempo não se usava dar
E cheios de ternura e graça foram para a praça e começaram a se abraçar

E ali dançaram tanta dança que a vizinhança toda despertou
E foi tanta felicidade que toda a cidade enfim se iluminou
E foram tantos beijos loucos
Tantos gritos roucos como não se ouvia mais
Que o mundo compreendeu
E o dia amanheceu
Em paz

mercoledì 27 febbraio 2008

"La parona"


Gli industriali, che di riffa o di raffa sanno fare i propri interessi, il presidente se la sono scelta donna e con 10 anni di meno di Walter (Silvio non lo prendo nemmeno in considerazione e poi è un fuori quota ...).

sabato 23 febbraio 2008

Le parole della pubblicità: il testimone


Premessa: Umberto Veronesi sarà capolista in Lombardia per il PD.
Svolgimento: più di una volta, recentemente, mi è capitato di citare Grillo.
Magari per dissentirne sui toni, magari spaventato dal fatto di condividerne alcune posizioni (specie sulla politica, meno su altri temi, l'integralismo ecologico ad esempio). Questa volta ne parlo per pura coincidenza (se esistono le coincidenze) perchè giorni fa mi ha fatto una certa impressione leggere il guidizio perentorio dato dal genovese incazzato sul dott. Veronesi (definito "dott. Cancronesi"), un giudizio che vuole sovvertire l'immagine a tutto tondo del più famoso medico d'Italia, visto dai più come un santino della ricerca e della salute. In fondo al post riporto in corsivo la prima parte dell'intervento di Grillo: tutto il resto, se volete leggerlo, lo trovate qui. Insomma, dalle parole di Grillo, il primo della lista, più che il capolista...

Personalmente sarei orientato a pensarla come Veronesi e a dire che, se fatti bene, gli inceneritori sono una soluzione, non solo indispensabile ma anche abbondantemente sicura. Capisco anche che certe relazioni, a certi livelli (leggi sponsor) siano quasi inevitabili. Ma il santino si stropiccia come quando scoprivi che anche il beato di turno mangiava il salame di venerdì, bestemmiava all'osteria di sabato e trombava dopo messa la domenica pomeriggio. Peccati veniali? Forse....

Umberto Veronesi classe 1925, Giacinto Pannella classe 1930. A dimostrare che, nel marketing, l'età in fondo non conta...

(da www.beppegrillo.it)
Cancronesi è stato ospite dallo stuoino Fazio. Ha detto che gli inceneritori non hanno alcun effetto sulla salute. Ne dovrà rendere conto, prima o poi, agli ammalati e ai loro parenti. Sono decenni che questo uomo sandwich si occupa di finanza, di imprese e, saltuariamente, di salute. Non è informato sui fatti e ha qualche piccolo conflitto di interessi. Per lui inceneritori e istituto dei tumori sono un ciclo virtuoso di creazione della malattia. Un business. La provoca e la cura.
La fondazione Veronesi ha come partner:
- ACEA - multiutility con inceneritori
- ENEL - centrali a carbone ed olii pesanti e nucleare
- VEOLIA Environment - costruzione inceneritori.

giovedì 21 febbraio 2008

Buongiorno, buonasera, buonpomeriggio e buonanotte.

Ho il piacere di postare l'intervento di Moretti e del produttore Procacci (Fandango) sulla questione del product placement BMW. Che non si dica che goodnight non dà spazio al contraddittorio. Ho visto il filmato e così, a pelle, mi son detto: beh, dai, Moretti si difende bene. Forse sono stato troppo critico. Vi invito a guardarlo e a farvene un'opinione. Solo dopo leggete "le riflessioni" che nel giro di qualche minuto mi sono rigurgitate nel cervello e che ho inserito nei commenti.


martedì 19 febbraio 2008

Non è mica facile


Vorrei morire a questa età
Vorrei tornare alla tua età
vorrei star fermo mentre il mondo va
farmi di seghe, fino a che mi va
ho quindici anni
ho cinquant’anni
Programmo la mia drum-machine
Io sogno un Suv ma guido Prinz
e suono la chitarra elettrica
e pago la bolletta elettrica
vi spacco il culo
mi spacco il culo
è questione d’equilibrio
sono al pubblico ludibrio
non è mica facile


Charlie fa surf, quanta roba si fa
Charlie’s fathèr, va che panza che ha
MDMA
"porco qui, porco là"
ma le mani chiodate se
le sue scelte obbligate se
Charlie fa skate, non abbiate pietà
lui guarda sky , quanta scelta che ha
crocifiggetelo, sfiguratelo in volto
concedeteglielo, dopo averlo sepolto
con la mazza da golf_alleluja alleluja
con la sua prima golf, eia-eià eiaeia allalà


Mi piace il metal, l’r’n’b
Non voto Lega, nè il PD
ho scaricato tonnellate di
le mie avventure vivo ora-mai
filmati porno
solo su youporn
e vado in chiesa e faccio sport
mi leggo “il foglio” e scrivo un post
prendo pastiglie che contengono
mi tolgo il tartato ostinato con ....
paroxetina … clorexidina

Io non voglio crescere
se mai torno a nascere
andate a farvi fottere
tutto in banca in svizzera

Charlie fa surf,
Charlie’s fathèr
quanta roba si fa
altro che l’onestà
MDMA
porco qui, porco là
ma le mani chiodate
con l’italia fregata
da un mondo di grandi e di preti
da un mondo di Bindi e di Bondi
fa skate
“v-day”
non abbiate pietà
basta logicità
una mazza da baseball
torna il manganello
quanto bene gli fa
come tanti anni fa
alleluja alleluja
eia-eià eiaeia allalà



È un giochino che spero riuscirete a perdonare.
Dei Baustelle sono fermo alla prima canzone e passo solo adesso a “Il liberismo ha i giorni contati”.
Dico solo che Charlie non mi ha lasciato indifferente. Mi ha fatto pensare ai suoi 15 anni. Di più. Agli ormai prossimi 50 del suo papà, Charlie’s Fathèr (da cantare con l’accento sulla e, con una leggera inflessione romagnola).
L’ho visto seduto sulla sua auto, mentre gli arriva il pezzo da una radio mainstream e un po’ alla volta comincia ad adattarlo alle sue giornate.
Lui che non è Charlie e non è diventato Linus, il cinquantenne di successo.
Preoccupato che i trentenni di Walter non lo possano capire.
Esposto alle inammissibili (nemmeno per scherzo e nemmeno per spirito di provocazione) uscite di Grillo che invoca macabri convogli per i nostri politici diretti ai termovalorizzatori in Germania. Ci mancherebbe solo questo.
È un giochino che spero riuscirete a perdonare. Anche se gli ho fatto leggere “il foglio”, che forse non leggerebbe più. Qualcuno allora mi aiuterà a capire meglio chi sia questo padre di Charlie che mi cammina a fianco e a volte, come si dice, anche nelle mie scarpe.

Non posso astenermi da un breve commento


Con la Margherita già recisa e la Rosa radicale che si gioca l’innesto nel PD, pensavo che in politica le simbologie floreali stessero sfiorendo.
Lo smentisce invece Fiorello: proprio quello che temevo. Faccio comunque il dovuto distinguo perchè astensione (come nel caso dello strappo della scheda) non è scheda bianca. Astensione è mutismo. Scheda bianca è un acuto.

domenica 17 febbraio 2008

Le parole della pubblicità: il casting.



Il perchè di tanti post sul PD? Inutile girarci intorno. La prima questione da sciogliere per goodnight è questa: mi piace o non mi piace ‘sto PD e quindi votare o non votare per Veltroni? Non è forse la domanda che ci stiamo facendo in tanti? Non penso quindi che sia necessario spiegarne il perchè (ma se qualcuno avesse delle domande, le aspetto volentieri nei commenti).

Evidente che, al di là delle scelte pubblicitarie, il “ma anche” sia il vero slogan del PD. Una sintesi perfetta, ormai un po’ fastidiosa come ogni tormentone, ma efficace per esprimere, non tanto e non solo cosa sia il PD di Veltroni, ma soprattutto cosa sia l’Italia: un funambolo sempre più agitato e scomposto in cattivo equilibrio su un filo sottile. Abbiamo davvero alternative al fatto di restare con il fiato sospeso a guardare?

Il “ma anche” è la logica applicata nella scelta delle candidature, dove ci sta il laico ma anche il cattolico, l’operario ma anche el paron e da cui sono state eliminate solo le frange che non accettano il fatto che l’Italia sia un paese amico dell’America, amico della Chiesa, amico della Finanza.

Il rischio nel dover proporre delle candidature e metterle in un certo ordine (almeno di questo non possiamo dare la colpa a Veltroni) è quello di produrre una rappresentanza di sintesi, da laboratorio politico, inseguendo una sorta di teorema democratico, dove gli esperti in statistica servono più degli statisti.
Con l’effetto di aver candidature degne di un casting da Grande Fratello, in cui aspettarci il nobile e il borgataro, il supermacho ed il trans.

Ecco allora l’operaio a Torino (visto che l’imprenditore di riferimento non ce l’ho certo contro) e l’imprenditore a Milano, sapendo che fare l’inverso sarebbe impossibile. Ci sta tutto, per carità ... ci sta il taglio a spazzola, la rasatura gillette, la cravatta e il porta badge... ci sta il codino, l’orecchino, la barbetta, lo sciarpone.
Noto comunque che questi trentenni hanno già i capelli più grigi dei miei, ormai vecchio quarantenne e passa, lasciato in fondo alla lista come sempre.

Breaking news: dal balcone di casa vedo sventolare le bandiere del Kossovo.


Da un appartamento di fronte al mio sventola una grande bandiera rossa con l'aquila bicefala nera insieme ad una bandiera italiana un po' più piccola. Più in là, una casetta con giardino sembra addobbata per un matrimonio: palloncini rossi, bandiere kosovare, cartelli che immagino inneggiare l'indipendenza. Il solito riserbo mi impedisce di prendere la digitale: dovete accontentarvi della cronaca. Mi viene spontaneo chiedermi come la prenderanno le famiglie serbe che abitano sempre nel mio quartiere. Forse dall'Italia il sentimento di reazione sarà più morbido. Almeno lo spero.


Breaking news 2 delle 17.00: i festeggianti si sono ora riuniti nel piazzale, diverse auto, diverse bandiere, lo scoppio di qualche petardo. Qualcuno fotografa con il telefonino.
Devo dire che la cosa fa una certa impressione. Mi distraggo qualche minuto e adesso non li vedo più. Torno a guardare la tv.

giovedì 14 febbraio 2008

Dia dos Namorados


In Brasile, che non per niente sta dall’altra parte del globo, il "giorno degli innamorati" si festeggia il 12 giugno. Volevo dirvelo, dovesse capitarvi di sposare Gisele Bündchen o trovare una morosa brasiliana.

mercoledì 13 febbraio 2008

Le parole della pubblicità: USP (“Unique Selling Proposition” o “proposta unica di vendita”).


Ovvero il valore aggiunto che il prodotto pubblicizzato possiede rispetto alla concorrenza. Insomma le marche ammettono che i loro prodotti, al di là della fuffa, sono molto simili e funzionano alla stessa maniera.
Per questo ogni marca si sforza di individuare e attribuire al suo prodotto una qualità unica, differenziante, inconfondibile. Allora visto che tutti sono d’accordo nell’abbassare le tasse, concedere qualcosa agli stipendi, non far nulla sulle questioni del privato, visto insomma che i programmi finiscono per confordersi cosa ci possiamo mai inventare per convincere il consumatore, pardon l’elettore?
Ieri a "Porta a Porta" Silvio Berlusconi ha presentato l’USP del suo programma ovvero allungare la vita degli italiani fino a 120 anni. Non ho capito con che personaggio (un prete?) e in quale struttura (a Verona?) starebbe mettendo a punto la ricetta per ottenere questa promessa di lunga vita, trasformando il PDL da partito dell'immoralità a partito dell'immortalità.

Così al volo non riesco a trovare veline o ansa o video da linkare. Appena possibile aggiorno. Ciao a tutti.

martedì 12 febbraio 2008

Lo slogan unico: "Rialzati Italia, si può fare".


Il 4 dicembre 2006, quando questo blog ancora non esisteva, commentai da “anonimo” un post di onanrecords, dichiarando le ragioni della mia “scheda bianca”.
In questi giorni ho sentito più volte citare un intervento di Milena Gabanelli sul forum di Report (datato 15/06/2007) in cui la giornalista afferma di considerare la “scheda bianca” come l’unica forma di voto oggi possibile per un concreto tentativo di cambiamento. Scheda bianca, non annullamento né astensione, esattamente la mia posizione. L’ipotesi della nostra reporter è che, a fronte di una rilevante percentuale di schede bianche, la questione dovrebbe essere dibattuta perfino a livello europeo (non capisco esattamente in che termini …)

Devo dire che la data dell’intervento pone qualche interrogativo.
Da come parla sembra che, nelle precedenti elezioni, la Gabanelli abbia comunque votato per qualcuno o per meglio dire “contro qualcuno” e verrebbe da pensare contro Berlusconi (o sbaglio?). Così fosse la Gabanelli sarebbe arrivata un po’ in ritardo visto che, dal mio punto di vista, già nelle elezioni del 2006 c’erano tutte le condizioni per votare scheda bianca, anzi di più. In quel contesto, come ho cercato di dire nel mio intervento su onanrecords, votare scheda bianca significava rifiutare un bipolarismo di convenienza, tanto finto quanto inefficace se non dannoso. Avesse pure significato consegnarci a Berlusconi sarebbero almeno trascorsi 2 anni: due anni comunque buttati con la prospettiva di tenerci adesso Berlusconi fino al 2013 (una data fantascientifica).
Ma il 15 giugno 2007 l’idea delle elezioni anticipate era ancora un po’ lontana, le primarie del PD del 14 ottobre di là da venire … insomma pensare alla scheda bianca era un po’ più facile. La domanda è dunque questa: non è che per caso a distanza di pochi mesi ma con qualche novità (?), la Gabanelli abbia cambiato idea individuando finalmente quel “qualcuno per cui votare”? Forse Veltroni, forse Bonino, forse Santanchè, chi può dirlo. O davvero Milena è una sostenitrice di “scheda bianca” fino in fondo?
Dico questo non per fare il processo alle intenzioni della Gabanelli, ma per fare il processo alle mie intenzioni in questo momento davvero insondabili. Quello di cui sono "quasi" certo è che non sopporterei l’idea di un partito della scheda bianca. Hanno fondato perfino la lista degli astensionisti (“io non voto”), ma la scheda bianca è qualcosa di diverso, rimane essenzialmente una scelta personale: non riesco a vederla come l’indicazione di voto di uno schieramento o di qualsiasi altra organizzazione o movimento.

Infine, facendo or-ora un salto sul blog di Grillo, vedo che il Beppe definisce Berlusconi e Veltroni “una doppia scelta unica” praticamente le stesse parole che ho usato su onanrecords, definendo i due schieramenti del 2006 come "i due partiti unici".
Se sono arrivato al punto di ragionare allo stesso modo di Grillo (o Grillo allo stesso modo di coscienzasporca) o sono messo male io, o è messo male Grillo o siamo messi male tutti. Non so poi se, avendogli dato dell'anarchico democristiano stessi pensando ad un Casini come quello di oggi, pronto ad andarsene per la sua strada (ma forse questa è una semplice casualità).

Con il massimo affetto, goodnight a tutti.

lunedì 11 febbraio 2008

Gli slogan: "Si può fare".


Il riferimento alto sarebbe Obama. Quello laterale Mel Brooks e il suo Frankenstein Jr. Il riferimento più vicino è invece Mario Adinolfi, oggi faccione da MTV, che ha utilizzato il "si può fare" nella sua campagna per le primarie e che si sarebbe a sua volta ispirato al titolo di una canzone di Branduardi.

Gli slogan: "Rialzati Italia".

Le parole della pubblicità: location.


Location
Una location è un luogo reale. Un area, una struttura, un ambiente, chiuso o aperto dove una produzione si reca per avere il giusto sfondo per raccontare una storia.
Una location citata in una sceneggiatura può essere molto precisa, come "il Colosseo" o piuttosto generica come "una piazza rinascimentale" o del tutto immaginaria come "il paradiso".

da www.tvspot.it

sabato 2 febbraio 2008

Alcione canta "Brasileirinho", di Waldir Azevedo.



Tre cose. Intanto il brano, “Brasileirinho”, super-classico di Waldir Azevedo, inciso per la prima volta nel 1949 e diventato il brano più venduto nella storia dello choro.

Poi il genere lo “choro”, appunto, a cui Mika Kaurismaki, dalla lontana Finlandia, ha dedicato perfino un film, non ha caso intitolato “Brasileirinho”.

Infine gli interpreti. Lei è la grandissima Alcione, in un video di molti anni fa (anche se non è gentile ricordarlo).
I musicisti, nei loro completi bianchi, sono straordinari. Tra l’altro, al cavaquinho, appare proprio l’autore del brano (l’ultimo nella presentazione di Alcione) in una delle sue rare apparizioni video.

E per finire, trovo oramai irrinunciabili le esecuzioni amatoriali su YouTube: meglio di un porno fatto in casa. Ci ritroviamo dopo il carnevale: e non dimenticate che il samba aiuta a smaltire le frittelle.