venerdì 25 dicembre 2009

Presente de Natal (con i miei migliori auguri).


oggi si mangia a casa mia, quindi, tra la tavola da preparare e i vari cotechini in corso di cottura, riesco a postare un pensierino di Natale con l'augurio che Papai Noel abbia soddisfatto i vostri desideri. Um Feliz Natal, Muito Amor e Paz pra Você!

Presente de Natal - joao gilberto ASCOLTA

martedì 22 dicembre 2009

Vorrei nevicasse amore.


Non ho ben capito chi abbia scritto la canzone che contiene questo verso (eletta a frase del giorno) ma sembra l’abbia cantata anche Raffaella Carrà. In tema di cose molto romantiche poche parole e tre selezioni dal nostro jukebox. L’ispirazione viene dal disco (anno 2007) di Andrea Dutra e Marcus Nabucco “O Amor de Uns Tempos Pra Cà” ovvero voce e chitarra in un repertorio di “canzoni d’amore” come si suol dire. Proprio da quel disco il primo ascolto: “A linha e o linho” di Gilberto Gil. Presenti nel disco anche gli altri due brani proposti qui nella versione dei loro autori: “Não deveria ser chamado amor” di Paulinho Moska e “Um dia, um adeus” di Guilherme Arantes (cantata anche da Vanessa da Mata). Sento già nevicare amore, metto il berretto e prendo la slitta! (grazie a Mauro Montalbani, Musibrasil)

A linha e o linho (Gilberto Gil) - andrea dutra & marcus nabuco ASCOLTA

Não deveria se chamar amor - paulinho moska ASCOLTA

Um dia, Um Adeus - guilherme arantes ASCOLTA

domenica 20 dicembre 2009

Avion Travel, Patrizia Laquidara, Arto Lindsay, Piazza dei Signori (Vicenza) ed infine la nascita dell’essere umano più bello del pianeta.

Altro post che parte (ma poi divaga) da una canzone brasiliana incisa da musicisti italiani, dopo il paesello della Giusy “X Factor” Ferreri.
Nel nuovo disco degli Avion Travel “Nino Rota - L’Amico Magico” troviamo la versione italiana del brano Giulietta Masina di Caetano Veloso, noto ammiratore del cinema di Fellini e quindi, si immagina, della musica di Rota. Nella versione di Peppe Servillo la Giulietta di Caetano diventa Pelle Bianca: purtroppo, al momento, non trovo modo di farvela ascoltare, ma rimedierò: non è la prima incursione nel repertorio brasiliano da parte degli Avion Travel visto che avevano già inciso “Che senso ha” versione italiana di How Insensitive o per meglio dire di Insensatez (brano a cui ho già dedicato quest’anno 1 e 2 post).

Restando dalle parti del cinema, ma tornando indietro di qualche anno, molto ispirata anche Patrizia Laquidara nel pezzo Noite e Luar presente nella colonna sonora di Manuale d’amore.

Patrizia Laquidara - Noite e Luar


Sinceramente di questa ragazza, nata a Catania ma che vive a Vicenza, ho sentito giusto questo pezzo ed è una lacuna visto che è una mia “vicina di casa”, visto che ha esordito (nel 2001) con un album dedicato alla musica di Caetano “Para voce querido Cae”, visto che il suo ultimo cd Funambola è prodotto niente meno che da Arto Lindsay (che collaborò in passato con gli stessi Avion Travel) e che contribuisce al disco anche con un suo recente brano Personaggio (nella versione italiana).

Patrizia Laquidara – Personaggio


Arto Lindsay Personagem


Lindsay ha una “mano santa” dal momento che, come produttore, ha lavorato su alcuni dei dischi che ho amato ed amo di più di Caetano, Gal Costa, Vinicius Cantuária, Marisa Monte (che ha fatto cantare anche con David Byrne) ecc. ecc. caratterizzando in pratica i suoni della miglior musica brasiliana di metà e fine anni novanta.
Divagazione per divagazione Marisa e David si sono poi ritrovati nell’ulitmo disco di Marisa Universo Ao Meu Redor (2006) scrivendo e cantando insieme "Statue of Liberty", pezzetto (detto con affetto) da poco più di un minuto in perfetto stile samba tropical Byrne.

Marisa Monte e David Byrne - Águas de Março


Ma tornando a Patrizia Liquadara (qui in una intervista al TG2) leggo con interesse che la canzante “vicentina” ha aperto quest’estate i concerti del tour USA di CèU, certamente la cantante brasiliana più apprezzata in questo momento negli Stati Uniti (non a caso Ceu sarà sarà presente in un brano del prossimo album di Herbie Hancock). E aggiungo che se passate per Vicenza il 31 dicembre, potrete ascoltare Patrizia Laquidara in piazza dei Signori (insieme agli Hotelrif) intorno alle 22, per il solito concertone di fineanno...
Divagazione per divagazione chiudo ricordando che nel frattempo Gisele Bundchen è diventata mamma di un bel maschietto (“già stato definito come l’essere umano più bello del pianeta”)!

giovedì 17 dicembre 2009

venerdì 4 dicembre 2009

Giusy Ferreri e Marisa Monte (con cui condivido una certa passione x la lirica e segno zodiacale): sentiremo mai una canzone brasiliana ad X-Factor?

Mi ha piacevolmente sorpreso che Tiziano Ferro abbia fatto l’adattamento italiano di Vilarejo di Marisa Monte (da Infinito Particular del 2006) proponendo a Giusy Ferreri di inserirlo nel suo recente album di cover Fotografie. Il risultato dal titolo Piccolo Villaggio mi sembra buono ed oltretutto non è la prima canzone di Marisa Monte (in questo caso firmata dal quartetto Marisa Monte, Pedro Baby, Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes) che finisce adottata da una cantante italiana. E pensare che una delle prime cose che avevo sentito di Marisa (quasi vent’anni fa!) era una cover brasiliana di E po' che fá di Pino Daniele, divenuta Bem que se quis. Se adesso il processo è all’incontrario (noi italiani che peschiamo dal repertorio di Marisa) è segno che la quarantunenne ragazza di Rio di strada ne ha fatta. Forse la possiamo mettere al top delle artiste brasiliane (considerando Gal e Maria Bethania fuori concorso?).

Marisa Monte e Giusy Ferreri, con tutte le differenze del caso, hanno un’altra cosa in comune :il fatto di essere diventate famose ancore prima di aver inciso un disco. La storia di Giusy la conoscete tutti. Marisa divenne popolare attraverso un programma televisivo diventato successivamente un disco: un’esordio, quindi, con un disco live, cosa davvero eccezionale nella carriera di un’artista. E proprio la canzone di Pino Daniele fu in quel primo disco il pezzo di maggior successo inserita nella colonna sonora della telenovela del momento. Per caso, tra le due ragazze, vedete anche una qualche somiglianza fisica?

Giusy Ferreri - Piccolo Villaggio


Marisa Monte - Vilarejo

mercoledì 2 dicembre 2009

Bevendo una tisana digestiva alle erbe proveniente da qualche coltivazione di Ossanha.


Giulia mi aggiorna sui propri acquisti musicali e “mi costringe” così a parlare di Canto de Ossanha (aggiungerò in futuro il testo tradotto).
Dico subito che la versione che preferisco è proprio quella originale dal disco Os afro-sambas (Baden Powell, Vinicius de Moraes, Quartetto em Cy): trovo perfetta la voce e l’interpretazione di Vinicius che qui offre davvero il massimo anche come interprete. L’intensità della versione di Elis Regina è come sempre straordinaria, ma continuo a preferire Vinicius. Di tutt’altro genere l’interpretazione che voglio proporvi (purtroppo non "incorporabile", quindi dovete linkare). Lei è Caterina Valente, di cui si parla troppo poco: nel video muove le mani come Mina, indossa uno scintillante vestito-pantalone in comune con il guardaroba di Dalidà, non sta ferma un attimo (giusto il contrario del video di Elis, solo sguardi, ferma davanti al microfono). L’effetto è un po’ colonna sonora di 007, però mi piace, perchè la signora ha un suo energico charme, canta in un portoghese credibile, ha uno scat invidiabile e domina il palcoscenico. Una versione da mega show, che non lascia indifferenti. A Caterina Valente (una biografia incredibile, una carriera pazzesca, basterebbe citare con chi ha cantato per definire la sua dimensione di star internazionale) va il merito di aver portato molta musica brasilana in giro per il mondo (a cominciare dalle musiche di Orfeu Negro) e l’invidiabile primato di aver inciso dischi, cantando in 12 diverse lingue.

Ma torniamo al brano, Canto de Ossanha, e al mondo che ispira l’intero album, Os afro-sambas. Africa e Brasile, quindi. Animismo che si intreccia con cattolicesimo e perfino con i culti orientali. Divinità di origine africana, gli orixas che, per essere accettate, assumono anche l’identità dei santi cattolici: così Xangô (citato da Vinicius nel testo della canzone) di professione fa anche San Gerolamo. Forze che attraversano ogni cosa. Un mondo divino altrettanto vero di quello reale, con cui non è poi così difficile mettersi in contatto. Una trama di divinità con molti aspetti comuni ai loro colleghi greci e romani. Divinità come spiriti mediatori, santi protettori: basta chiedere a una mae-do-santo di consultare le conchiglie per sapere qual’è la propria, a cui si devono, tra l’altro, alcuni aspetti del proprio carattere (un po’ come avviene con i segni zodiacali). Riti di purificazione e fenomeni di possessione, quando gli spiriti “cavalcano” il corpo degli iniziati, con immancabile sottofondo di tamburi. Tutto questo è il candomblè, spiritualità e folklore, a seconda dei punti di vista e dell’uso (anche turistico commerciale) che ne può essere fatto. Conoscendo già poco le “nostre” religioni non mi avventuro oltre, per non aggiungere stupidaggini o irritare la sensibilità di qualche divinità o praticante. Detto questo Ossanha e Xangô sono i due orixas citati nel testo della canzone, rispettivamente orixà del mondo vegetale il primo e del tuono il secondo. Quando nel testo si dice di un uomo caduto nella trappola di Ossanha si potrebbe pensare alla vittima di un filtro d’amore preparato con qualche erba (questo il legame con Ossanha?). Sempre nel testo di Vinicius, a Xangô, dio del tuono e della giustizia, è dato il compito di mettere in guardia dai pericoli del canto di Ossanha. Insomma tra le due divinità ci dev’essere della ruggine legata a qualche storia di donne, visto che queste divinità tengono pure moglie (tre nel caso di Xangô). Insomma un testo che intreccia spiritualità e quotidianità, innamoramenti e patimenti compresi, come nelle migliori mitologie.

Che si tratti di una delle canzoni importanti della MPB lo conferma una recente classifica (ottobre 2009) che Rolling Stone Brasil ha dedicato alle 100 canzoni che hanno cambiato il volto del Brasile, dove Canto de Ossanha occupa la posizione numero nove: come vedi Giulia il tuo intuito non sbagliava. Giusto per avere dei riferimenti il podio è così composto: 1) Construção di Chico Buarque 2) Águas de Março 3) Carinhoso di Pixinguinha, (straordinaria e sempre attualissima melodia del 1917, da tempo in lista per entrare in un post nella versione di Marisa Monte con Paulinho da Viola).

Qualche notizia in più su Canto de Ossanha la prendo proprio da Rolling Stone. Il disco Os Afro-Sambas fu registrato in soli 3 giorni, dal 3 al 6 gennaio del 1966 e lanciato in due versioni stereo e mono. Oltre che come pezzo d’apertura dell’album, la canzone uscì anche come singolo (sul lato b il brano "Tristeza e Solidão").
La fusione tra cultura e suoni d’Africa e Brasile che oggi consideriamo, per così dire “naturali”, all’epoca del disco non erano così scontate. Betty Faria è la voce femminile che accompagna quella di Vinicius. Un tocco di classicità è aggiunto dagli arrangiamenti di César Guerra-Peixe (importante ricordarlo). Una certa imperfezione nella registrazione del disco sembra sia dovuta ad un scelta stilistica di Guerra-Peixe che con una certa ruvidità voleva riproporre le atmosfere di uno spazio aperto come quello dei terreiros in cui si svolgono i riti del condomblè. Il coro affidato alle voci del Quarteto em Cy l’ho già ricordato. Ah, un paio di curiosità (come possono non esserci quando si parla di un disco fondamentale): sembra che Baden Powell dopo essersi convertitosi al rito evangelico non abbia più suonato brani del repertorio di Os Afro–Sambas (per alcuni temi demoniaci presenti nei testi). Betty Faria, che allora era solo all’inizio di una lunga carriera tra cinema e tv, vanta anche un piao di apparizioni sulle pagine di Playboy Brasil! Mi sembra di aver detto tutto. A questo punto non mi resta che congedarmi con un inevitabile, quanto mai necessario saravà!