domenica 14 febbraio 2016

E c'è sempre una canzone per raccontare di quella vecchia storia di un desiderio
 che tutte le canzoni devono raccontare

Anche a cercare a ritroso di qualche mese, non trovo grandi articoli a cui linkare per ricordare la figura di Mark Murphy scomparso nel mese di ottobre dello scorso anno all’età di ottantatrè anni: giusto un articolo su ondarock.it uscito a due giorni dalla scomparsa. 

Così lo descrive Enzo Capua sulla rivista Musica Jazz (gennaio 2016) : “Lontano mille miglia dai bagliori e dai clamorosi successi di un Frank Sinatra, di un Tony Bennet o persino del ben più suadente Mel Tormè, Mark Murphy rimarrà nella storia del jazz come il cantante bianco più importante della sua generazione”. Visti i nomi citati e la lunga carriera di Murphy non mi sembra poco. “Assieme ai tre giganti sopra citati condivideva una straordinaria sensibilità musicale, un rispetto ineguagliabile per i testi delle song oltre ad una flessibilità ed a una tecnica vocale di finissima fattura”.  Scelte di repertorio e un carattere non facile gli sono costati parecchio in termini di popolarità: per fortuna l’ampia discografia e i materiali presenti sul web consentono di recuperare o approfondire la conoscenza della sua fantastica vocalità. Nell’album “Lucky to be me” (2002) che giaceva da tempo inascoltato nella colonna dei cd, ritrovo un versione di Photograph di Tom Jobim che ricorda le frequenti incursioni di Murphy nel repertorio brasiliano. Volendo, ma proprio volendo, direi anche un bell’ascolto per San Valentino.




You and I, we two alone
In this terrace by the sea
The sun is going down
And in your eyes
I see the changing colors of the sea
It's time for you to go
The day is done
And shadows stretch their arms to bring the night
The sun falls in the sea
And down below a window, light we see
Just you and me

You and I, we two alone
Here in this bar, with dimming lights
A full and rising moon comes from the sea
And soon the bar will close for you and me
But there will always be a song
To tell a story you and I cannot dismiss
The same old simple story of desire
And suddenly that kiss, that kiss
That kiss
That kiss
That kiss

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